La nostra storia: intervista a Franco Sala

Incontriamo FRANCO SALA, “Franchino” per gli amici, classe 1944, che, nonostante abbia militato, durante la sua carriere calcistica, in diverse società sportive, fino a giocare nei semiprofessionisti dell’allora 4ª Serie (ex Serie C2 ora Seconda Divisione), alla nostra Società è sempre rimasto legato a tal punto da voler concluderci la carriera prima come giocatore, poi come allenatore.

Il motivo del suo affetto nei nostri confronti è da ricercarsi innanzitutto nel fatto che è “Bressese D.O.C.” da diverse generazioni, ha cominciato a “tirare” i suoi primi calci nel nostro Oratorio, e nonostante il suo peregrinare sui campi da calcio di Lombardia e Piemonte, alle sue origini è rimasto fermamente legato.

Il suo “escursus” sportivo lo vede impegnato nelle giovanili della Frassati per poi passare nel Galliate (NO) in 1ª Divisione (l’attuale Eccellenza), per ben 4 anni dove si distinguerà, nonostante la giovane età, per professionalità ed impegno. Si pensi soltanto al sacrificio di doversi recare due volte la settimana per gli allenamenti fino a Galliate in tempi in cui nessuno era motorizzato e l’unico mezzo per gli spostamenti era il treno. E ciò nonostante il fatto che Franchino, non essendo, purtroppo per lui, nato ricco, doveva già lavorare! Quindi, trascorse le otto ore in ufficio, doveva prendere un tram, andare di corsa in stazione, salire sul primo treno in partenza per Novara quindi, una volta arrivato, prendere un autobus che lo conduceva fino a Galliate.

Terminati gli allenamenti, percorso inverso sperando che le condizioni atmosferiche, la nebbia ed i ritardi dei treni (che, allora come oggi, erano purtroppo abituali), gli consentissero di arrivare in tempo prima agli allenamenti, e poi finalmente a casa verso l’una di notte!

Come si comprenderà, una vitaccia! Però la passione per il calcio era tanta che qualsiasi sacrificio veniva affrontato con la spensieratezza dei diciott’anni.

Come capita spesso, il “ragazzo” venne notato da osservatori del Vigevano (PV), Società che aveva appena ottenuto la promozione in 4ª Serie. La trattativa fu breve ed il passaggio nella categoria superiore era cosa fatta. Era la prima volta che un atleta Bressese militava tra i “semiprofessionisti” (a soli vent’anni)!

Sui campi di calcio ebbe occasione di giocare con e contro giocatori che ebbero l’opportunità di salire agli onori della Serie A e con numerosi di loro ancora oggi intrattiene rapporti di amicizia. La sua permanenza nel Vigevano si protrasse per ben otto anni fino a quando, stanco di fare il pendolare nelle nebbie della Lomellina, decise di chiedere la rescissione del contratto, anche perché gli ingaggi del tempo non erano certamente commisurabili a quelli di oggi, tant’è che Franchino ebbe sempre necessità di mantenere il suo impiego in Banca non potendo vivere di solo calcio. Il “ragazzo”, nonostante si avvicinasse alla “trentina”, era ancora valido e non fu facile ottenere il nulla osta. Ci volle un anno poi, notando la sua determinazione nel rifiutare trasferimenti ad altre Società, la dirigenza del Vigevano si decise a rescindere il contratto ed a consegnargli il suo cartellino.

E così Franchino tornò “a casa”, nella “sua” Bresso, dove indossò per la prima volta le casacche nero-verdi che nel frattempo erano diventati il colore ufficiale della nostra Società che all’epoca si chiamava Unione Sportiva Circolo Giovanile Bresso.

Il suo ruolo era di centrale di difesa e faceva parte di una squadra granitica che militava in 1ª Categoria ed era allenata dal compianto BRUNO LAZZARINI. La squadra era buona, navigava nella primissime posizioni di classifica e terminò il campionato al 2° posto dopo un memorabile testa a testa con il Cinisello che lo vinse meritatamente. Il nucleo della squadra era molto buono e vantava giocatori molto abili nel proprio ruolo e che Franchino ama ricordare: Paolo PIRONDINI (portiere), Roberto ROSSETTI (libero), Maurizio STRADA, Paolo CHIESA e Gigi ZILIANI (Difensori), Daniele RECALCATI (mediano), Leo LESMA (n° 10 per antonomasia), Marco CAVALLINI (mezz’ala), Pietro ORIANI, Pippo PASQUALINI e Marcello VALENTI (attaccanti). Come non ricordare, poi, il nostro accompagnatore, massaggiatore, magazziniere tuttofare Luigi BORROZZINO? Ed il nostro Presidente Cav. Luigi STRADA? Ed il nostro dirigente Giancarlo MAGNI? Che squadra, che uomini, che storia!

Nonostante però l’affetto che provava, allora come oggi, nel confronti della nostra Società (che all’epoca era formata da due sole squadre: gli Juniores e la prima squadra, cioè la squadra di 1ª Categoria), Franchino non approvava il carattere estremamente “oratoriano” (nel senso di dilettantismo puro) che caratterizzava tutto l’ambiente: poche presenze agli allenamenti svolti anche in modo piuttosto approssimativo, ritardi paurosi nel presentarsi sul campo prima delle partite, direttive societarie dettate soprattutto da rapporti d’amicizia piuttosto che improntate ad una disciplina sportiva seria. La sua personale storia agonistica, che l’aveva condotto a calpestare campi di calcio di categorie superiori, l’aveva educato a comportamenti molto più professionali ed improntati ad un atteggiamento sia sul campo che fuori, finalizzato ad una vita dettata da regole valide per tutti. A quel tempo, inoltre, si giocava in 11, non esistevano i “panchinari” ed i giocatori convocati dovevano presentarsi al campo in tempo utile (circa mezz’ora prima) per la disputa delle partite. Viceversa, soprattutto quando si giocava in casa, buona parte dei giocatori arrivava in ritardo e frequentemente le partite cominciavano almeno mezz’ora dopo l’orario prestabilito.

Poiché raramente gli arbitri disponevano di un mezzo di locomozione e giungevano al nostro campo con la “filovia”, il ritardo da noi causato li irritava moltissimo e, alla prima occasione, si “vendicavano” con la concessione agli avversari di rigori inesistenti. Accadeva così che quasi ogni partita casalinga iniziava con uno 0-1 per gli avversari! Erano partenze “in salita” che condizionavano l’intera gara.

Tutto ciò non poteva essere accettato da Franchino e, poiché il suo impegno per far cambiare le cose non dava alcun esito, decise di “appendere le scarpe al chiodo”.

L’affetto per la squadra e per Bresso presero però il sopravvento e così nel 1978 si affiancò a Sergio Magro sulla panchina nella conduzione della prima squadra dove rimase per tre anni. Franchino Sala ricoprì anche la carica di Direttore Sportivo per lasciarla poi nelle mani di Lesma Francesco (Checco) che ancora oggi la ricopre.

Grazie alla sua personale storia, al già citato attaccamento ai nostri colori, al suo prodigarsi in favore della nostra Società, Franco Sala è oggi uno dei Presidenti Onorari della Polisportiva Circolo Giovanile Bresso.

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